Una sezione letteraria di grande intensità con opere prime ricche di spunti. Leggere il presente attraverso la memoria. Voci, suoni, odori, colori che appartengono alla storia o alle microstorie di cui ogni terra è ricca. Libri dedicati alla tradizione popolare, memoriali, autobiografie, diari, storie di vita e racconti pieni di umanità e poesia.
Conoscersi e riconoscersi. Immediatamente, inevitabilmente. È quello che accade a Brando e Ludovica: un incontro, apparentemente casuale, una sintonia perfetta, impossibile da comprendere razionalmente, oltre il tempo, oltre lo spazio. Quando tutto sembra ormai irrimediabilmente perduto, definitivamente segnato da un destino ineluttabile, la forza di quel legame offre ai protagonisti nuove possibilità per trasformare il dolore e allo stesso tempo rimanere profondamente vitali e umani. Uno stile semplice e immediato che dà forza alle parole e le intreccia in una trama di vissuti a volte complicati, a volte spensierati ma sempre profondamente autentici.
Una storia d’amore, di amicizia, di comprensione, di coraggio che fa riflettere, perché «la vita a volte, anzi più spesso di quanto crediamo, può cambiare all’improvviso e ciò che è stato fino a ieri oggi può non essere più».
La storia esplora, scompone e ricompone un nodo intimo e complesso, come quello delle molestie sul luogo di lavoro, con la schiettezza narrativa di una scrittura lucida e consapevole e il giusto distacco emotivo. La sessualità, i pregiudizi, il disagio, la decostruzione di immaginari e stereotipi che, ancora oggi, interessano l’esistenza precaria di molti giovani, in particolare donne, diventano perno e stimolo di riflessione per la protagonista nel suo cammino verso l’autodeterminazione. Ma se è vero che crescere è costruire una nuova identità, al pari di un carapace più grande, ascoltare e comprendere il proprio dolore diventa una parte essenziale del processo, perché anche noi, a volte, funzioniamo come le aragoste.
La pagina più buia della Sardegna, gli anni oscuri dei sequestri di persona narrati per ripercorrere una realtà mai dimenticata. Una realtà fatta di dolore, di sofferenza e spesso di morte. I personaggi sono tanti ma l’attore principale rimane il sequestro di persona, in quanto crimine aberrante, disumano e di infinita crudeltà. Si racconta come una famiglia lotti per recuperare il denaro del riscatto per riavere il proprio caro e come la criminalità nasconda le sue tracce attraverso le complesse fasi e i ruoli delle diverse componenti. La narrazione si sviluppa attraverso un racconto dove l’intreccio della vicenda rappresenta un compendio fedele di accadimenti di cronaca, ormai affidati alla storia.
Una raccolta di sei racconti dove il condomio è metafora del vivere urbano e i personaggi si muovono a loro agio confortati da una rassicurante quotidianità. L’irruzione della quarantena, causata dall'epidemia di Covid 19, introduce un elemento di rottura di questi equilibri e fa emergere inesorabilmente finzioni, routine, rancori, paure, incertezze dietro cui si nascondono verità difficili da accettare da molti dei protagonisti.
Sigma Epsilon (SE, letto in verticale come suggeriva la stessa autrice) rappresenta la prima prova narrativa di Clara Sereni e insieme la traccia originaria di quella frammentazione letteraria ed esistenziale a cui ha lavorato per tutta la vita e che si ricomporrà magistralmente proprio negli sconfinamenti di genere, nelle ricreazioni linguistiche, nel lavoro politico della stagione successiva.
In questa raccolta di racconti l’autore porta in primo piano, con una rara capacità comunicativa e uno stile sobrio e delicato, un codice dell’anima fatto di emozioni, empatie, connessioni e sincronicità, snodi importanti per la ricostruzione delle esistenze, soprattutto quelle più fragili, ed efficaci antidoti contro l’egoismo e l’incomunicabilità dell’oggi.
Angela è una giovane donna piena di speranze e di ideali quando, alla fine degli anni Sessanta, viene assunta nella divisione commerciale dell’Olivetti a Firenze. La storia personale e la storia della fabbrica si intrecciano in questa particolare autobiografia che diviene anche un’autobiografia della Firenze operaia degli anni Sessanta e Settanta, con le lotte di classe, l'emancipazione e il femminismo che pervadono le menti e i corpi.
Un libro scritto a più mani, con un cameo letterario di Simone Cristicchi, un percorso di narrazione che è un esperimento singolare: Ispirati da un classico della letteratura, Il pranzo di Babette di K. Blixen, gli ospiti speciali di un centro diurno, hanno composto delle storie, a volte un po’ lontane dal testo originale, ma che ne conservano intatta la vera essenza. A questa essenza, che sbrigativamente potrebbe essere attribuita alle loro fragilità, si sono invece ispirati concretamente i sei scrittori che hanno accettato la sfida di “tradurre” in racconti e versi l’emozione di leggere questo testo. Lo stesso hanno fatto, con l’autenticità e la spontaneità di cui solo i bambini sono capaci, gli alunni di una scuola primaria che hanno realizzato filastrocche e acrostici ispirati ai personaggi del testo collettivo.
Una donna in cerca delle sue vere radici, un romanzo tutto al femminile legato a una enigmatica figura scolpita in un'edicola. Un intreccio raffinato e ben costruito che racconta tre generazioni e si snoda in una dimensione spazio-temporale molto articolata, dove la memoria si fonde con la leggenda e il futuro diviene un tempo avveniristico dove i sentimenti lasciano spazio alla tecnologia.
Una raccolta di racconti dedicati agli animali che hanno lasciato, con il loro comportamento e il loro affetto, un ricordo indelebile. «Ogni animale che ho incontrato è stato come un’epifania, ognuno di loro ha portato qualcosa nella mia vita, ha creato occasioni, donato visioni diverse del mondo e dell’esistenza. Ho annotato questi incontri come un viaggio nel tempo e nella memoria sin dai miei esordi, ho scritto piccole storie dallo stile ironico che però fanno riflettere sulla condizione umana e, soprattutto, sulla relazione uomo-natura con il suo mutare di costumi e paesaggi». Il libro contiene disegni originali, alcuni inediti, dell’autore.
La prefazione è di Gianluca Felicetti, Presidente Nazionale LAV (Lega Anti Vivisezione).
Sara e Nina sono due sorelle sessantenni che provano a ricostruire un rapporto e una memoria familiare che, negli anni, le aveva allontanate. Dopo molti anni di rancori sopiti, incomprensioni e invidie che affondano le radici nell’infanzia e nelle dinamiche familiari annientate dalla guerra, dalla povertà e dalle assenze, riaffiora prima la rabbia, poi il ricordo infine la comprensione reciproca, che porterà Sara e Nina a sviluppi inaspettati della loro storia familiare.
Un romanzo intenso e vitale, affetti familiari che s’intrecciano, legami antichi dalle radici profonde come quelle del caprifoglio che ricopriva i muri della vecchia casa di campagna.
Federico, giovane blogger di provincia, viene contattato per un’intervista esclusiva a un’artista contemporanea molto nota nel jet set internazionale. Dopo quell’incontro i due si innamorano, ma il loro sogno s’interrompe bruscamente quando Estia è vittima di un incidente che la lascia priva di conoscenza per molti mesi. Federico, travolto dal dolore e dai sensi di colpa, non si dà pace e comincia, senza una ragione precisa, a scavare nel passato della ragazza. Ciò che scopre è sconvolgente: fin da bambina la sua esistenza è stata costellata di fenomeni inspiegabili a cui nessuno è mai riuscito a dare un senso. Il tema fantastico s’intreccia con le vicende dei personaggi, gli concede vitalità e allo stesso tempo induce a una profonda riflessione sul senso dell’arte e della vita.
La vita di Marco è a uno snodo cruciale, in bilico tra il fallimento e la prospettiva di un nuovo inizio, in un orizzonte esistenziale freddo e desolante, carico di dolore e di ricordi che riaffiorano nei sogni e invadono una quotidianità senza identità. Al centro di questa rinascita ci sono l’incontro con una donna matura, Dalila, e il nuovo incarico lavorativo come educatore in una struttura per malati mentali. Ogni giorno Marco lavora insieme agli ospiti assemblando giocattoli di plastica. Pezzi colorati che vanno a ricomporsi in oggetti che renderanno felici i bambini in un’infanzia spensierata che Marco non ha mai avuto. Ingranaggi che si incastrano, tinte vivaci, pennellate forti di eros e vitalità, invadono un’esistenza sbiadita. Da quel momento anche i colori della notte saranno diversi.
Una raccolta di racconti di natura eterogenea, sia nell’ispirazione che nelle vicende narrate, che trova il suo filo conduttore nello iato fra la trasgressione dei desideri e la banalità del quotidiano dei personaggi, quasi tutte donne a parte Carlo, tetraplegico dal cuore potente e dai pensieri lucidi e illuminati.
Questa frattura si rinviene nelle relazioni diversamente umane che fanno fatica a tenere il passo delle aspettative sociali prescritte con rigore, spesso, proprio da persone che furono protagoniste degli anni della liberazione sociale e sessuale. Da ciò emerge il dolore, a volte neanche patito, freddo, che conduce alla ricerca di una serenità interiore e tuttavia individuale, ripiegata nella ricerca del diritto alla sopravvivenza. Senza più fuga né orizzonte
Nove originali memoriali narrati in prima persona da una voce non umana, nove originali racconti brevi nati da una sperimentazione linguistica e stilistica che ha portato gli autori a confrontarsi con il genere del memoir.
Osservare la realtà da un punto di vista diverso, quello di un animale o di un oggetto o di una pianta, provare emozioni nuove e trasferirle sulla pagina, lasciarsi guidare dall'istinto o dall'impotenza di chi osserva con occhi impietosi le azioni umane.
Riflessioni a volte ironiche a volte profonde e commoventi, l'agire spontaneo che libera dalle catene della mediazione razionale.
Testi di: Giulia Castellani, Roberto Corbucci, Sarah Daviddi, Beatrice Marinelli, Anna Martellotti, Mirco Porzi, Luciana Scattoni, Francesca Silvestri, Sergio Tasso.