È l’eterna ed umana commedia che l’arte della cucina rappresenta con tutti i suoi componenti: gli ingredienti, i sapori, gli odori e le cotture. Un omaggio senza equivoci alla tradizione culinaria che diventa letteratura. Il gioco di rimandi tra le due autrici (Loretta Cellini e Annunziata Romani) segna il percorso ironico d’un viaggio che apre al lettore alcuni raffi nati paesaggi dell’immaginario e del reale. Sfi lano in passerella, come personaggi umani, con la grazia e la consapevolezza del proprio ruolo, ingredienti del mondo vegetale e del mondo animale: il Cardo, la Cipolla, il Pomodoro, la Mozzarella, il Fagiolo, il Croissant, il Cappelletto, il Cacao, la Pizza e molti altri ancora: attori tutti protagonisti, anche nella molteplicità delle mescolanze. L’intreccio tra poesia e prosa rispecchia i legami e le interazioni di questa originale compagnia di teatranti. Essi, da artisti singolari ed esperti, catturano il coinvolgimento del lettore- spettatore su ricette di cucina che diventano veri e propri quadri di vita vissuta; contemporaneamente lo solleticano a proseguire egli stesso nel gioco affascinante delle visioni fantastiche.
Il desiderio dell’autore di ringraziare ad uno ad uno gli ultimi partigiani della Val di Chiana e della Val d'Orcia per quanto hanno fatto per ristabilire la democrazia e liberare la popolazione dai tedeschi.
Il libro “Grazie” vuole essere un'occasione di riflessione su una delle più drammatiche vicende belliche che l'Italia e il nostro territorio abbiano mai vissuto.
La lettura estiva di un romanzo sulla Resistenza, il desiderio di conoscere la vita degli ultimi partigiani della Val di Chiana e della Val d’Orcia, la scoperta della Resistenza di matrice cattolica poliziana, la battaglia di Monticchiello... Da tutto ciò nasce il libro “L'ultimo partigiano”, che vuole essere un'occasione di riflessione su una delle più drammatiche vicende belliche che l'Italia e il nostro territorio abbiano mai vissuto.
In questo romanzo prendono vita, con commovente semplicità, le passioni, i timori, le disavventure, le piccole gioie, le lunghe attese e le vicende legate al protagonista, un giovane che ci racconta i tragici fatti della Prima Guerra Mondiale e le sue speranze di
reduce.
Queste storie d’amore e di eroismo appartengono alla memoria popolare e si svolgono in Toscana, tra la Valdichiana e le colline fiorentine.
l fumetto come lente, o meglio ancora, come caleidoscopio per leggere la società: questa l'idea alla base dei fumetti storici, un modo, non meno dotto di quello ufficiale, di leggere le vicende e i personaggi che hanno fatto la storia di un territorio.
Storie&strisce, la nuova collana di fumetti di ali&no editrice diretta da Marco Vergoni, punta la sua lente sulla storia locale e si apre con il Bartoccio, antica maschera perugina della Piana del Tevere: rozzo, arguto, buontempone e saggio che parla solo il suo inconfondibile dialetto. Ma il Bartoccio è più che altro un simbolo nella memoria popolare, forse lo spirito del Carnevale che dà voce ai poveracci e ai loro desideri in un tempo dove tutto è finzione. Sì perché le sue “bartocciate”, molto simili alle “pasquinate” romane, erano veri e propri atti di denuncia, scagliati come saette, in un gustoso e colorito dialetto, contro il potere, la chiesa, l’istituzione e chiunque calpestasse i diritti dei più deboli. Una sorta di garrulo e scanzonato mondo “di sotto” che irrompe e prende la sua rivincita sul mondo “di sopra”.
Il fumetto racconta, in chiave ironica e dissacratoria, la vita e le imprese di Fra’ Giovanni da Pian di Carpine, francescano di Magione (PG), che poco dopo l’anno Mille (e 27 anni prima di Marco Polo) compì un viaggio straordinario lungo oltre diecimila chilometri fino a raggiungere la corte del Gran Khan dei Mongoli.
La ricostruzione del viaggio del frate è supportata da una cartina esplicativa e da note storiche.
Catalogo della mostra di figurine allestita durante la manifestazione di Eurochocolate 2001. Rarità fotografiche, figurine d’epoca (dal Feroce saladino ai Quattro moschettieri), etichette e manifesti pubblicitari del primo Novecento provenienti da tutta Europa e dedicati al cioccolato.
Edizione a tiratura limitata realizzata in collaborazione con Museo della figurina di Modena, Comune di Modena, Eurochocolate, Cioccolata & C.
Questo libro è il racconto emozionante e appassionato della vita di Armando Lombardi attraverso gli appunti, le immagini e i documenti sparsi, trascritti e ordinati con cura e precisione dalla nipote Marisa. Come in un diario si entra in punta di piedi nella vita di un uomo ricco di fede, affetti, cultura, dignità e ideali mai venuti meno, neanche negli anni bui della seconda guerra mondiale.
Una testimonianza importante che trasuda umanità in ogni pagina, ma anche un documento di grande valore educativo che riflette sulla sofferenza e il dolore, a volte dimenticati, di chi ha subito in prima persona la violenza della guerra e della prigionia.
Angelo Biscarini era agli inizi del XX secolo uno dei più noti scultori perugini di gusto Liberty e Deco'. Personaggio caratteristico dai modi garbati ed eleganti. Una figura eclettica e creativa ancora pressoché sconosciuta alla gran parte dei cittadini, ma che con le sue opere ha costellato gli angoli più belli della città e del cimitero monumentale.
Questo catalogo, curato dal pittore Franco Venanti, presenta al grande pubblico le principali opere in bozzetto di Biscarini esposte in mostra al complesso monumentale di San Pietro nel mese di novembre 2007.
Fra i “Tesori d’arte”, amorosamente custoditi presso il complesso monumentale dell’abbazia di San Pietro in Perugia, è conservato anche il prezioso Baldacchino del Seicento sovrastante l’altare maggiore.
Un’opera tra le pochissime rimaste in Italia con questa connotazione che, dopo un attento e accurato restauro, è potuta tornare allo splendore originario. La pubblicazione, ripercorre la storia e la funzione dei baldacchini e dei cibori fin dal Medioevo e mette in evidenza il valore simbolico e funzionale del prezioso manufatto dipinto conservato nella chiesa abbaziale di Perugia.
La vita e le opere di un artista nato e vissuto tra a cavallo tra Ottocento e Novecento in uno dei quartieri storici della città di Perugia, Borgo XX Giugno. Filiberto Paoloni fu pittore e artista raffinato ispirato dalla natura, di cui amava rappresentare forme e colori, dalla vita quotidiana e dagli affetti, molti sono i ritratti dei suoi familiari, e affascinato dai grandi maestri come il Perugino di cui ha riprodotto e reinterpretato molte opere.
Parte della sua produzione pittorica è stata esposta in mostra presso il complesso monumentale dell’Abbazia di San Pietro in Perugia nel giugno 2007.